ODE APOCRIFA
Parlami dell’oro profumato
Fermo capitale d’una fiera
E poi d’un bimbo insanguinato
Strazio del lavoro d’ogni sera
Nella miniera...
Cantami il riccone rivestito
Le gesta imbolsite dei rifatti
Il legno dall’oro mal celato
L’avare risate dei pitocchi
Di quei pidocchi...
Ahi ricchezza, bella mia..
Vecchia puttana per la via,
Scaltro stupro di franchezza,
Fondo atrio...d’immondizia,
Paventa e fuggi, vita mia......
Narrami dell’uomo le invenzioni
Di soldo e potere l’intenzione
Sacre ed orride speculazioni
Che sono e politica e fazione
E religione...
Insegnami o Marino, quel ratto
Tipico dell’uomo d’ogni tempo
Che con demenze guadagno è fatto
Foggiate a tutto in ogni stampo
Senza scampo...
Ahi ricchezza, bella mia..
Striscia d’oro senza scia,
Antico marchio di sesterzi,
Cupo smacco di catarsi,
Paventa e fuggi, vita mia......
...Portami tra le fontane e i prati
Dove gli uccelli ancora cantano
Decorsi di posti cementati
Dove gli uomini ormai annegano
E si uccidono...
Guidami tra le monete e i fumi
Sfuggendo alle luride sirene
Coarto e soffocato dai barlumi
Note già ad Odisseo e in Micene
Come iene...
Ahi ricchezza, bella mia..
Più morbosa malattia,
Cieco sguardo di realtà,
Bieco inganno d’omertà,
Paventa e fuggi, vita mia......
..Spiegami di quest’evoluzione
In un uomo ricco e oligofrenico
Da uno alla vita e per passione
Devoto al ferro e non all’arsenico,
Ossido basico...
Viziami se tanto onesto pare
Questo mondo di speciose leggi
In cui un tal diviene più del mare
Dando indulgenze...dentro ai seggi
A ladre greggi...
Ahi ricchezza, bella mia...
Imperatrice senza un quia,
Sacra ingiuria d’un editto,
Specchio astratto del diritto,
Paventa e fuggi, vita mia......
EPISODIO DI GUERRA
In mezzo al momento più atroce dei tempi
Tra il fumo e l’odore e il sapore dei morti
Mandrie di anime s’uccidono atroci
Con spari spietati e le urla feroci...
C’è un uomo in divisa che ammazza un po’ sordo
Che spara nel mucchio e si sente un bastardo
Perché è defilato dal fulcro di guerra
Ha otite di sangue e negli occhi la terra...
Davanti ha l’immensa marea del nemico
Di fronte però vede un uomo smarrito
La bianca divisa e il blu alieno fucile
Sapevan del cielo d’un giorno d’Aprile.....
Ormai sterminati eran stati migliaia
Il rosso del sangue mischiato alla ghiaia
E l’uomo alza gli occhi con sguardo feroce
Invalido incrocia il terrore di pace...
Non può lui sparare a quel cuore squarciato
Che come lui ha ucciso la gente di lato
E posa il fucile fissando lo sguardo
Fondendo il pensiero in quel losco destino...
Così parla agli occhi di amori lontani
La pelle di Silvia...che sfioran le mani
E dice al soldato, mancato nemico
Fuggiamo di là verso il prato fiorito.....
La strage è sovrana in vita son pochi
Dei corpi son già a bruciare nei roghi
Si stanno fissando ancora i soldati
Riflessi d’orrore e di spirti spezzati...
La guerra si sa non perdona la vita
Devasta ogni cosa con poca fatica
Rovina chi lotta fingendo l’onore
Ti sputa nel petto angoscia e terrore...
Nei due...ecco frana una folle mania
S’ottunde..lo scibile e insorge l’idea
Si puntan dell’arma, la bocca sul cuore
Ciascuno per sé...abbatta il proprio dolore.....
(Lontane riecheggiano grida di spari...)