Lorenzo Taccini

"ODE APOCRIFA/EPISODIO DI GUERRA"

[LIMITED TO 100 COPIES]

 

 

1) ODE APOCRIFA

2) EPISODIO DI GUERRA

 

 

 

ODE APOCRIFA

Parlami dell’oro profumato

Fermo capitale d’una fiera

E poi d’un bimbo insanguinato

Strazio del lavoro d’ogni sera

Nella miniera...


Cantami il riccone rivestito

Le gesta imbolsite dei rifatti

Il legno dall’oro mal celato

L’avare risate dei pitocchi

Di quei pidocchi...


Ahi ricchezza, bella mia..

Vecchia puttana per la via,

Scaltro stupro di franchezza,

Fondo atrio...d’immondizia,

Paventa e fuggi, vita mia......


Narrami dell’uomo le invenzioni

Di soldo e potere l’intenzione

Sacre ed orride speculazioni

Che sono e politica e fazione

E religione...


Insegnami o Marino, quel ratto

Tipico dell’uomo d’ogni tempo

Che con demenze guadagno è fatto

Foggiate a tutto in ogni stampo

Senza scampo...


Ahi ricchezza, bella mia..

Striscia d’oro senza scia,

Antico marchio di sesterzi,

Cupo smacco di catarsi,

Paventa e fuggi, vita mia......


...Portami tra le fontane e i prati

Dove gli uccelli ancora cantano

Decorsi di posti cementati

Dove gli uomini ormai annegano

E si uccidono...


Guidami tra le monete e i fumi

Sfuggendo alle luride sirene

Coarto e soffocato dai barlumi

Note già ad Odisseo e in Micene

Come iene...



Ahi ricchezza, bella mia..

Più morbosa malattia,

Cieco sguardo di realtà,

Bieco inganno d’omertà,

Paventa e fuggi, vita mia......


..Spiegami di quest’evoluzione

In un uomo ricco e oligofrenico

Da uno alla vita e per passione

Devoto al ferro e non all’arsenico,

Ossido basico...


Viziami se tanto onesto pare

Questo mondo di speciose leggi

In cui un tal diviene più del mare

Dando indulgenze...dentro ai seggi

A ladre greggi...


Ahi ricchezza, bella mia...

Imperatrice senza un quia,

Sacra ingiuria d’un editto,

Specchio astratto del diritto,

Paventa e fuggi, vita mia......

 

 

EPISODIO DI GUERRA

In mezzo al momento più atroce dei tempi

Tra il fumo e l’odore e il sapore dei morti

Mandrie di anime s’uccidono atroci

Con spari spietati e le urla feroci...

C’è un uomo in divisa che ammazza un po’ sordo

Che spara nel mucchio e si sente un bastardo

Perché è defilato dal fulcro di guerra

Ha otite di sangue e negli occhi la terra...

 

Davanti ha l’immensa marea del nemico

Di fronte però vede un uomo smarrito

La bianca divisa e il blu alieno fucile

Sapevan del cielo d’un giorno d’Aprile.....


Ormai sterminati eran stati migliaia

Il rosso del sangue mischiato alla ghiaia

E l’uomo alza gli occhi con sguardo feroce

Invalido incrocia il terrore di pace...

Non può lui sparare a quel cuore squarciato

Che come lui ha ucciso la gente di lato

E posa il fucile fissando lo sguardo

Fondendo il pensiero in quel losco destino...

 

Così parla agli occhi di amori lontani

La pelle di Silvia...che sfioran le mani

E dice al soldato, mancato nemico

Fuggiamo di là verso il prato fiorito.....


La strage è sovrana in vita son pochi

Dei corpi son già a bruciare nei roghi

Si stanno fissando ancora i soldati

Riflessi d’orrore e di spirti spezzati...

La guerra si sa non perdona la vita

Devasta ogni cosa con poca fatica

Rovina chi lotta fingendo l’onore

Ti sputa nel petto angoscia e terrore...

 

Nei due...ecco frana una folle mania

S’ottunde..lo scibile e insorge l’idea

Si puntan dell’arma, la bocca sul cuore

Ciascuno per sé...abbatta il proprio dolore.....


(Lontane riecheggiano grida di spari...)